La Sacra di San Michele e l'arcobaleno
fascina di canapa
Sacra di San Michele
lavorazione delle corde, Ecomuseo della Cultura della Lavorazione della Canapa
Valle di Susa vista dalla Sacra di San Michele
Theodor von Hormann, 1840-1895, Hanfeinlegen
Il telaio e la navetta di Bruno Tessa
canapa ad essiccare
progetto sentieri 2014
coltivazioni 2015

Filati e filiere che si intrecciano

La canapa e la lana. Due prodotti naturali che hanno molto in comune, un patrimonio perso nel corso del ‘900 per diverse ragioni, un difficile recupero di complicazioni normative, ma soprattutto determinato della scomparsa delle competenze e delle attività che costituiscono la filiera indispensabile affinché un “raccolto” vegetale o animale si trasformi in prodotto finito e commercializzabile.

Il contesto e le motivazioni

Nel territorio della Valle di Susa assistiamo ad un progressivo impoverimento provocato dalla crisi economica e industriale. La crisi, lungi dall’essere alla fine, sta progressivamente facendo perdere posti di lavoro. La politica primariamente, ma anche i soggetti sociali, gli intellettuali, i pensatori e soprattutto i singoli dovrebbero sentire la necessità di ripensare a un modello sociale ed economico, un modello nel quale anche il lavoro, il suo ruolo e i suoi modi siano rivisitati per adattarsi a questa situazione contingente di crisi che sta diventando sempre più strutturale e irreversibile. Partendo da queste riflessioni ci siamo domandate come si può dare una risposta ai bisogni delle persone trovando nel territorio le materie prime e chiedendo al territorio stesso di produrle e lavorarle, ci siamo chieste in sostanza, “cosa serve?” e seppure le esigenze sono molteplici e il discorso potrebbe in realtà diventare smisurato, una piccola risposta vorremmo provare a comporla attraverso l’elaborazione e, speriamo, la realizzazione di questo progetto.

Sappiamo che l’impegno  è imponente ma noi abbiamo, anzi siamo parte integrante, di una straordinaria risorsa che è la Valle di Susa e la sua collettività . Il contesto in cui viviamo e operiamo è di forte identità locale e tenuta sociale, è caratterizzato da un notevole tessuto di relazioni e, soprattutto è pervasa da una tanto diffusa, quanto incredibile, spinta ideale.

L’idea, o meglio … le idee

Vestirsi è una necessità primaria. Pensare a un artigianato tessile locale può avere un senso anche se ci sono diverse criticità nella filiera della lana e ad oggi insormontate difficoltà in quella della canapa.

La canapa coltivata esclusivamente a scopo tessile ad oggi, industrialmente, non ha prospettive di tenuta sul mercato a causa della sommatoria dei costi di ogni singolo procedimento che serve a realizzare il filato. Potenzialmente però una lavorazione artigianale o semiartigianale potrebbe consentirle di trovare una nicchia di mercato. Se si cominciasse, seppure in piccolo, ad avviare una produzione di canapa ad uso tessile, questa potrebbe creare un interesse verso questa fibra e conseguentemente riattivare la ricerca e lo sviluppo indispensabili per modernizzare il processo rendendolo salubre ed economico.

La lana a sua volta, necessità di ottenere spiragli normativi che le restituiscano la dignità di prodotto utile e nobile qual è, e poi di trovare sul territorio quegli impianti che permettano la sua lavorazione, senza obbligarla a traslocare in giro per il Piemonte per essere lavata o cardata a norma.  Servirebbero piccoli impianti, dimensionati al potenziale del territorio,  senza immaginare per forza strutture  sproporzionate al fabbisogno o gigantesche quantità di prodotto

Ad oggi la canapa può trovare impiego, e di fatto lo sta lentamente ma progressivamente già facendo, nel settore della bioedilizia. Con quello che una volta era considerato il materiale di scarto, il “canapulo”, ma anche con la componente fibrosa grezza, si possono realizzare diversi prodotti utilizzabili e di fatto ad oggi già utilizzati in bioedilizia: mattoni con potere coibentante e traspirante, pannelli isolanti, materassini coibentanti, intonaci grezzi e fini per interno ed esterno e altro ancora. Immaginando di sviluppare questa attività le nostre riflessioni partono dal considerare il futuro dell’edilizia come il recupero e il mantenimento dell’esistente, intervenendo nei centri storici da ristrutturare e nelle borgate abbandonate, e nell’intervento sul patrimonio abitativo anni 60/70/80 per diminuirne la dispersione energetica attraverso interventi di coibentazione che però ne migliorino la salubrità anziché peggiorarla come si sta verificando in molti casi con l’utilizzo di materiali non naturali.

Anche la lana, nella suo componente di scarto, può trovare utilizzo in bioedilizia anziché divenire un rifiuto, e questo oltre a sottrarre una materia così preziosa come la lana, alla triste sorte dello smaltimento (ma forse ancor peggio al circuito delle ecomafie), consente di ampliare la proposta dei materiali per la bioedilizia, trasformandola nei già collaudati materassini coibentanti, ma anche sperimentando materiali in cui lana e canapa si fondano insieme.

Il nostro obbiettivo è realizzare in valle un percorso culturale di coltivazione, conoscenza ed esperienza sulle lavorazioni e trasformazioni della canapa, in sinergia con l’attività già avviata di artigianato tessile della Casina del Rocco. 

A tale scopo ci siamo costituite in associazione denominata “CanapaValleSusa” che ha come obbiettivo la promozione della canapicoltura e l’attivazione della rete di conoscenze e competenze, di risorse economiche e umane e di sostegno di amministrazioni, della politica e della società, utili a creare le condizioni per l’avvio di una produzione agricola e manifatturiera della canapa.

L’Associazione nasce finalizzata alla promozione della canapa in tutte le reali potenzialità di questa pianta, e spera di promuovere l'avvio di diverse attività economiche in valle, incoraggiando l’attivarsi di altre filiere possibili con la canapa, per esempio i suoi importanti impieghi alimentari oli e farine, ma anche in cosmetica, nell’industria cartiera, nelle alte tecnologie, nell’industria ceramica ecc.

L'Associazione si occuperà  anche di approfondire le tematiche storiche e etnografiche che coltura di canapa ha ricoperto in Val Susa, 

L’associazione “CanapaValleSusa” si propone di realizzare un primo progetto pilota di coltivazione trasformazione della canapa già nel 2014 per il quale è  ricercata la fondamentale partecipazione delle amministrazioni comunali della Valle.

Una prima impressione ci lascia intuire che l’interesse è diffuso e le collaborazioni possibili e concrete.

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